La mia prima recita è stata Atti 20:28-32 (Be on your guard…) Recitare mi ha fatto prendere vita perché ho dovuto mettermi nei panni di Paolo e parlare al suo popolo come lui! Memorizzare le Scritture prima che non mi motivasse molto. C’erano alcuni che avevo memorizzato sia perché erano importanti, o spesso letti, o semplicemente facile- ma non come una disciplina coerente. Ma questo è cambiato quando ho recitato. Era come se la mano di Dio fosse su di me, non era onerosa o difficile, era eccitante. Ero il narratore, ero Paul, ero Giovanni, chiunque parlava era come se ero loro, in quel momento, parlando al loro pubblico. Non è stato davvero recitando tanto quanto stava parlando con loro come avrebbero fatto. Recitava nel senso che era parola per parola, ma come ho avuto modo di conoscerlo, sono diventato sempre più la persona che parla come di solito parlava, non ripetendo parole da rote. L’altra cosa che mi ha colpito e che cerco di trasmettere ai recitatori e ai potenziali recitatori è che ci sono livelli di “conoscenza”. Al primo livello puoi recitare il passaggio per te stesso. Si arriva al punto in cui non inciampare, non si cerca la parola successiva, si conosce freddo e si può tranquillamente recitare l’intero passaggio. Allora lo fai per qualcun altro. Improvvisamente tutto è di nuovo traballante e ti rendi conto che non lo sai davvero al livello di cui hai bisogno. Così, si continua a lavorare su di esso fino a quando si può tranquillamente recitare e coinvolgere con il vostro pubblico. Deve riversarsi da dentro di voi. Ma quando si può fare, è come Dio sta versando le sue parole nei loro cuori e si arriva ad essere il condotto!